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  • Type: Novel, travel literature
  • Country: Italy
  • Creator: Edmondo De Amicis
  • Creator Biography link: https://en.wikipedia.org/wiki/Edmondo_De_Amicis
  • Year: 1882
  • Copyright Holder: Free from copyright according to the italian law
  • Appropriate Age: Secondary, Adults
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  • Artwork text:

    …Quando arrivai, verso sera, l'imbarco degli emigranti era già cominciato da un'ora, e il Galileo, congiunto alla calata da un piccolo ponte mobile, continuava a insaccar miseria: una processione interminabile di gente che usciva a gruppi dall'edifizio dirimpetto, dove un delegato della Questura esaminava passaporti. 

    La maggior parte, avendo passato una o due notti all'aria aperta, accucciati come cani per le strade di Genova, erano stanchi e pieni di sonno. Operai, contadini, donne con bambini alla mammella, ragazzetti che avevano ancora attaccata al petto la piastrina di latta dell'asilo infantile passavano, portando quasi tutti una seggiola pieghevole sotto il braccio, sacche e valigie d'ogni forma alla mano o sul capo, bracciate di materasse e di coperte, e il biglietto col numero della cuccetta stretto fra le labbra. 

    Delle povere donne che avevano un bambino da ciascuna mano, reggevano i loro grossi fagotti coi denti; delle vecchie contadine in zoccoli, alzando la gonnella per non inciampare nelle traversine del ponte, mostravano le gambe nude e stecchite; molti erano scalzi, e portavan le scarpe appese al collo. Di tratto in tratto passavano tra quella miseria signori vestiti di spolverine eleganti, preti, signore con grandi cappelli piumati, che tenevano in mano o un cagnolino, o una cappelliera, o un fascio di romanzi francesi illustrati, dell'antica edizione Lévy. 

    Poi, improvvisamente, la processione umana era interrotta, e veniva avanti sotto una tempesta di legnate e di bestemmie un branco di bovi e di montoni, i quali, arrivati a bordo, sviandosi di qua o di là, e spaventandosi, confondevano i muggiti e i belati coi nitriti dei cavalli di prua, con le grida dei marinai e dei facchini, con lo strepito assordante della gru a vapore, che sollevava per aria mucchi di bauli e di casse. 

    Dopo di che la sfilata degli emigranti ricominciava: visi e vestiti d'ogni parte d'Italia, robusti lavoratori dagli occhi tristi, vecchi cenciosi e sporchi, donne gravide, ragazze allegre, giovanotti brilli, villani in maniche di camicia, e ragazzi dietro ragazzi, che, messo appena il piede in coperta, in mezzo a quella confusione di passeggieri, di camerieri, d'ufficiali, d'impiegati della Società e di guardie di dogana, rimanevano attoniti, o si smarrivano come in una piazza affollata. Due ore dopo che era cominciato l'imbarco, il grande piroscafo, sempre immobile, come un cetaceo enorme che addentasse la riva, succhiava ancora sangue italiano. […..]

    E mare, mare, mare. A momenti c’era da immaginare che fossero scomparse le terre dalla superficie del globo e che noi navigassimo sull’oceano universale, senza approdare mai più……il cielo bianco, il sole bianco, un mare che pareve un ’immensa lastra di piombo, e sul piroscafo tutto quello che si toccava scottava. E il caldo cocente non era il peggio. Era un puzzo d’aria fracida e ammorbata, che dalla boccaporta spalancata dei dormitori maschili ci saliva su a zaffate fin sul cassero….. S’immaginino due piani sottocoperta, come due vastissimi mezzanini, rischiarati da una luce di cantina e in ciascuno di essi tre ordini di cuccette poste l’un sull’altro, tutto intorno alle pareti e nel mezzo, e lì circa quattrocento tra donne e bambini poppanti e spoppati e trentadue gradi di calore……  

     

    …..extract from“ sull’Oceano” Edmondo de Amicis

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